Il semplice riferimento all’aumento dei prezzi dell’energia non è di norma sufficiente per poter beneficiare dell’ILR. Occorre valutare caso per caso se le perdite di lavoro dovute agli aumenti dei prezzi dell’energia siano considerate inevitabili e non facenti parte del normale rischio aziendale.
Per poter valutare se una perdita di lavoro è inevitabile e straordinaria, oltre all’aumento dei prezzi è necessario, tra l’altro, tener conto dei seguenti elementi:
- l’intensità energetica dell’azienda
- la situazione contrattuale relativa all’energia per le aziende che si approvvigionano sul libero mercato
- la possibilità di trasferire l’aumento dei costi energetici
Le aziende attive in settori ad elevata intensità energetica e in particolare quelle attive nel libero mercato dell’energia sono maggiormente colpite dall’aumento dei prezzi dell’energia rispetto alle altre. In base alla situazione contrattuale gli oneri aziendali per l’acquisto dell’energia tuttavia possono essere più o meno elevati anche nel libero mercato dell’energia. Un altro fattore decisivo è la misura in cui l’azienda può trasferire i costi dell’energia sui propri clienti. Questi tre elementi non devono essere considerati in maniera isolata, ma nel contesto nel quale le aziende operano.
Di norma, nel caso di una riduzione volontaria della produzione o di una riduzione della produzione per motivi di redditività non è possibile beneficiare dell’ILR.
Inoltre, nel preannuncio di lavoro ridotto si deve illustrare dettagliatamente in che modo la situazione contrattuale dell’azienda o dei relativi settori produttivi è peggiorata a seguito dell’aumento dei costi dell’energia e per quale motivo non è possibile evitare
la perdita di lavoro.